I Dialoghi sul diabete SGLT2 inibizione nel cuore del diabete: l’evoluzione dopo Empareg - SANREMO

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Sanremo

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ID ECM: 331-440373

Dal 10/04/2025

al 12/04/2025

Crediti ECM 13

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Razionale generale

La terapia precoce e di prima linea del diabete mellito di tipo 2 si avvale da ormai dieci anni di una classe di molecole fondamentali, che hanno rivoluzionato la storia naturale della malattia: gli inibitori dei trasportatori di sodio e glucosio 2 (SGLT2 inibitori) o Gliflozine. Gli SGLT2i, empagliflozin, canagliflozin, ertugliflozin e dapagliflizin, non solo intervengono sul controllo glicemico e su altri importanti fattori metabolici correlati al diabete, ma prevengono le complicanze cardiovascolari e renali e lo scompenso cardiaco correlate alla patologia stessa. Terapia di prima linea insieme alla metformina, soprattutto a lento rilascio. Per quanto riguarda queste molecole è importante definirne con precisione i meccanismi di azione fisiopatologica sulla correzione dell’iperglicemia e della protezione cardiovascolare, le caratteristiche di blocco tubulare del riassorbimento di sodio e glucosio, il posizionamento e le future applicazioni nella terapia di altre comorbilità associate al diabete: MASLD e neuro degenerazione, nonché di intervento su categorie speciali di pazienti quali quelli anziani diabetici. Ma è l’aspetto cardiovascolare il punto saliente dell’utilizzo delle Gliflozine nel diabete di tipo 2, e per questo sarà importante la disamina sugli effetti emodinamici, antiinfiammatori, antiaterogenetici e su quelli immunologici che sono implicati nella patogenesi della cardiopatia ischemica e dello scompenso cardiaco, della malattia renale diabetica, fino alla protezione d’organo nel paziente post trapianto di rene. Un aspetto importante riguarderà anche lo studio degli effetti collaterali sulle infezioni genito-urinarie nel sesso femminile. Questa innovazione, che abbiamo ottenuto con l’utilizzo di queste molecole, viene già considerata una tradizione nella terapia del diabete mellito di tipo 2, anche se importanti nozioni fisiopatologiche sembrano di recente emergere dalle continue ricerche che vengono sviluppate in questo campo. A questo proposito viene ipotizzato un loro futuro impiego anche nel prediabete e nelle condizioni disglicemiche associate ad obesità. Inoltre nel contesto dell’obesità verrà affrontato il tema dei recenti aggiornamenti terapeutici su questa diffusa patologia. Infine, l’utilizzo delle Gliflozine insieme ai GLP1-RA potrebbe allargare la loro indicazione anche nel campo della prevenzione primaria delle patologie cardiovascolari e renali correlate alla malattia diabetica.